BelKosta

Il Dinamismo di Boccioni

Traduzione dalla lingua russa in italiano

Dottoressa Silvia Bellocchio

a cura della Professoressa  Angela Siclari

Università di Parma (Italia)

                                                                                          Ai miei figli Leslie e Nicola Costa

                                                                                                         Santa Margherita, Liguria, Italia

All’inizio del ventesimo secolo scrittori, artisti, architetti, compositori e scienziati tentano di risolvere in modo nuovo il problema di come dare espressione a concetti universalmente accettati e indiscussi come lo spazio, il tempo e il movimento e di fornire una nuova descrizione dell’oggetto e della sua collocazione spaziale.

Essi accolgono con sfrenato entusiasmo la teoria della relatività, la scoperta di nuovi materiali, come il cemento armato, le tecnologie rivoluzionarie e il progresso nella scienza: la radio, il telefono, il motore, la macchina, “la grandiosa elettricità”, “la vite e lo spinotto”, “l’uomo-robot” etc.,  credendo ciecamente nel successo della scienza e nel progresso.

L’idea di base che unisce questi intellettuali in un unico movimento modernista, consiste nella negazione della forma di percezione classica e tradizionale del mondo circostante, nello sforzo di rompere la limitatezza delle espressioni spazio-temporali e di glorificare nei secoli la civiltà delle macchine e della tecnica.

Essi richiedono all’artista la “creazione di una nuova realtà” e l’autoaffermazione nella vita e nell’arte. Come diceva K. Fidler: “L’arte non è chiamata affatto a permeare la meschina realtà di tutti i giorni, quasi fosse una condizione comune a tutti, e non possiede nemmeno la discutibile vocazione di salvare l’umanità dal quotidiano calandosi da un mondo fiabesco”.

Se sin dai tempi antichi due principi si contendono il diritto di esprimere l’essenza della realtà artistica, l’imitazione e la trasfigurazione, ora si pensa che la disputa possa essere risolta introducendo al loro posto un terzo principio: la creazione di una nuova realtà.

Il termine futurismo, derivante dalla radice della parola italiana “futuro”[1] – “áóäóùåå”- contrassegna l’orientamento artistico, che anela a una nuova e vorticosa vita temprata, fiera, febbrile, veloce.

In Italia, il titolo di fondatore del movimento futurista spetta di diritto allo scrittore italo francese Filippo Tommaso Marinetti, il quale utilizzò per la prima volta questo termine in un articolo apparso sulle pagine della rivista francese “Le Figaro” pubblicato a Parigi il 20 febbraio del 1909.

Ed è proprio in Marinetti che si imbatte Umberto Boccioni nel gennaio del 1910 a Milano. Le idee dello scrittore “parole in libertà”, “immaginazione senza limiti”[2], “simultaneità di stati d’animo” e “sintesi di quello che si ricorda e di quello che si vede” lasciarono un segno incancellabile nell’anima ricettiva di questo artista.

Boccioni si rallegra, esulta,“canta un inno trionfale” al progresso e alla scienza.

Per lui il “dinamismo plastico”[3] non è semplicemente un numero o un’equazione matematico-fisica fatta di cifre e segni che descrivono l’attività meccanica del motore “dell’automobile da corsa ornata di enormi tubi dal soffio esplodente, oppure la velocità relativa di un punto: Vrel = dx/dt i + dy/dt j + dz/dt k.

Sono, prima di tutto, le conquiste della tecnologie contemporanee e l’incarnazione nella vita dell’ “equazione materiale” con tutte le possibili soluzioni dei diversi problemi.

Nella sua teoria sull’arte, Boccioni spiega con estrema chiarezza i criteri del “dinamismo plastico”. Egli sottolinea che “il moto assoluto e il moto relativo”, “le linee di forza” la “compenetrazione di piani” (cioè delle superfici della raffigurazione e degli oggetti) “la reciproca integrazione degli oggetti e delle loro proiezioni l’uno sull’altro”[4], “la simultaneità spaziale”, “l’attraversamento/penetrazione fisica di un piano nell’altro, di un oggetto nell’altro”[5] sono sia il Riflesso della realtà (oppure, ciò che è lo stesso, la sua Rappresentazione, la sua Riproduzione) in quel momento fuggevole del tempo e la stessa percezione data dal rappresentato nel tempo; ad esempio la sensazione della corsa e, quindi, sono movimento.

L’artista Umberto Boccioni nacque a Reggio Calabria il 18 ottobre 1882 e morì a Sorte (Italia) il 17 settembre del 1916.

Egli è l’artista futurista italiano più celebre ed ispirato, indiscutibilmente il più dotato ed il più scrupolosamente fedele all’arte.

Alcuni artisti italiani a lui contemporanei come G. Balla e G. Severini, e lo stesso Boccioni, cominciarono la loro carriera aderendo al divisionismo. Ma molto presto il loro cuore cominciò a battere al ritmo del futurismo. Già negli anni Dieci, in Italia, si era formato il primo nucleo  di artisti futuristi. Fra i suoi componenti rientravano U. Boccioni, C. Carrà, L. Russo, G. Severini e G. Balla.

Essi si affermarono tutti come ardenti ammiratori e interpreti “assoluti” del movimento futurista nell’arte italiana.

Essi, col Boccioni, araldo della teoria e della pratica futurista nel nostro paese, concordano nel fatto che: “il movimento, che noi vogliamo riprodurre sulla tela, non sarà più per noi un istante “immobile” del dinamismo universale; sarà decisamente la percezione dinamica come tale”.

Nel “cinematografismo” la pellicola degli istanti “fissati” della loro percezione cede il posto ad un nuovo tipo di film, l’intreccio delle percezioni dinamiche dell’artista.

 A nostro giudizio la frase di Goethe: “Fermati, istante, tu sei bello!”  risulta essere inaccettabile per i futuristi.

Essa deve essere cambiata in: “Non fermarti, istante, tu sei bello nel tuo movimento!”

Gli artisti futuristi italiani “con l’agilità del pennello” raggiungono il loro obiettivo principale: trasmettere, il più chiaramente e realisticamente possibile, la percezione data dal rappresentato, dal fatto che viene dipinto e scritto sulla tela, e dunque esprimere con più vigore la percezione del dinamismo nei quadri. Le loro tele lasciano un’ impressione forte e incancellabile nel tempo, si imprimono nella mente, emettono suoni e musica, “vivono”. Come scriveva C. Carrà, “la pittura futurista è la condizione plastica dell’universalità dell’anima; bisogna dipingere come ubriachi che bevono e vomitano suoni, rumori e odori.”

Umberto Boccioni resta il più virtuoso, il più geniale, il primo artista futurista in Italia. Egli esprime liberamente le sue emozioni in quadri che “gridano e cantano”. La sua tela non è muta.

E’ sufficiente ricordare il quadro Rissa in galleria. Questa, forse, è una delle sue opere più celebri, nella quale trovano molto brillantemente espressione “il dinamismo, l’espressività, la forza”. In questa tela l’artista è riuscito a ricavare il suono dalle tinte luminose. Noi non solo vediamo i litiganti, noi li “sentiamo”, sentiamo come schiamazza la folla di curiosi che la rissa coinvolge all’entrata del Caffè. La folla di curiosi è un turbinio di voci, un vortice di passioni. Gli uomini, le donne sono un turbinio delirante nella danza…scena…strada di città….galleria…spettacolo o realtà…vita o teatro…e noi interpretiamo i ruoli assegnatici nello spettacolo…

In questo quadro l’autore mette in pratica il principio del dinamismo “sfrenato” e  “rabbioso”.

E’ il caos del movimento, delle persone e della luce: il tutto nella mescolanza dei piani precipitanti. Lo sguardo dell’osservatore è catturato dalla vetrina del Caffè intensamente illuminata all’interno del locale con calde e pulsanti lampadine.  Evviva l’elettricità!

Noi siamo incantati dalla luce dei lampioni davanti al Caffè, rappresentato caoticamente in tutta la tela.

Questa non è la luce folle e torbida “della Pietroburgo di Alexandr Blok”, questa è la luce scintillante, viva, espressiva ed istantanea di Boccioni.

Allora la fisica (M. Plank nel 1900 e A. Einstein  nel 1905) dava una nuova interpretazione della luce visiva come flusso di particolari particelle in movimento, i fotoni, la cui energia venne espressa da Einstein con la celebre equazione: E=mc², E=Ef=hv, pertanto mf=hv/c².

Le pennellate “in movimento” di Boccioni concretizzano queste idee nella pittura.

La luce “vista e percepita” è rappresentata dall’artista attraverso l’uso di tutto lo spettro e delle tinte che vanno dal bianco al giallo dorato fino al rosso, al blu e al viola. I lampioni emanano proprio una luce di questa estensione.

Per la trasmissione di tale luminosità Boccioni sviluppa una nuova tecnica di applicazione dei colori disponendoli ora in puntini piatti, ora in brusche torsioni, ora in eteree, filiformi pennellate sferiche.

E’ interessante sottolineare che, rappresentando le dame e i signori, l’artista approfitta dell’occasione che gli si presenta e si concede la libertà di divertirsi con la “satira dei costumi”[6]. E’ spietato. Insieme a noi l’autore osserva la danza frenetica della folla e, con un sarcasmo pungente come un pugnale, deride la solida classe sociale della borghesia cittadina del XIX secolo la quale aveva accolto il movimento futurista in pittura con diffidenza ed ostilità.

In un altro quadro del 1911 intitolato Visioni simultanee, Boccioni riesce ad esprimere brillantemente la sensazione dell’irrompere anche nella silenziosa intimità dell’abitazione privata della rumorosa vita cittadina (La strada entra in casa è il titolo di un’altra opera del maestro).

In primo piano l’artista rappresenta una donna che guarda la strada dal proprio balcone. – ma, forse, non è piuttosto in strada?

Questo effetto è causato dall’eccessiva inclinazione del suo corpo. Il vestito e perfino i capelli della donna sono azzurri e blu, colore cui è data la preferenza e che viene utilizzato anche per una piccola strisciolina di cielo, con cui la figura femminile si fonde. L’illusione della profondità spaziale è sottolineata dalla prospettiva tonale della mescolanza della tinta azzurra. La figura voluminosa e centrale della donna, che contempla dal balcone un cantiere edile, focalizza subito su di sé l’attenzione dello spettatore. Questa viene rafforzata ed accentuata dalle sottili silhouettes delle donne sui balconi vicini, a destra e a sinistra.

Il risultato di questo “INSIEME” triangolare (la donna e le sue vicine) dà origine ad uno “effetto stereo” e il cantiere, la strada, la casa, la stanza, si compenetrano reciprocamente.

L’impressione che la strada viva nell’appartamento è rafforzata, oltre che da queste forme e figure spigolose, anche dalle costruzioni dipinte caoticamente, inclinate in diverse direzioni.

Si sentono i rumori del cantiere. Migliaia di operai turbano il silenzio e la tranquillità del cittadino. E’ il caos e, allo stesso tempo, l’armonia delle sovrapposizioni della città in crescita.

I colori utilizzati sono luminosi, audaci e “ottimisti”. Proprio a proposito di questo quadro Boccioni scrive: “tutti i movimenti e i rumori della strada rimbalzano all’interno, mentre il movimento e la realtà degli oggetti si proiettano all’esterno. Noi sentiamo la “sorgente pulsante” della vita cittadina. Le esclamazioni: “Viva l’operaio, l’urbanizzazione, l’epoca tecnico-industriale” risuonano e cantano sulla tela, “allo stesso modo di una trionfale ed assordante fanfara”.

Nel quadro bisogna rilevare un particolare molto importante: nella parte inferiore  è rappresentata qualche figura di cavallo. Uno di essi si trova a destra della donna e quasi si fonde con lei. Non c’è da stupirsi. Nel Manifesto dei futuristi è scritto: “Non abbiamo forse visto qualche volta sul dorso della persona con cui stavamo parlandoli cavallo che passava lontano in fondo alla via? I nostri corpi entrano nei divani su cui sediamo, e i divani entrano in noi…”[7]. La raffigurazione del cavallo rafforza l’effetto di contemporaneità delle condizioni reale e irreale, mostrando che tutto in questo mondo è relativo e dimostrando la forza pratica della “simultaneità spaziale”.

La raffigurazione del cavallo è un motivo caro e prediletto da Boccioni che si rinviene e si sviluppa molto spesso nei suoi lavori (ad esempio nel suo vivace quadro La città che sale, considerato il capolavoro del futurismo italiano). L’artista lavorò a lungo per preparare quest’opera di cui fece numerosi schizzi, uno dei quali è conservato a Milano.

In primo piano è rappresentato un enorme destriero rosso-dorato, simbolo della Forza soprannaturale, della Velocità, dell’ Energia esplosiva. Teniamo presente che in fisica la potenza (N=Fv=Fjv), cioè l’energia/energismo potenziale, diciamo, “del cavallo di ferro” - del treno, dell’automobile - una volta si misurava in cavalli di forza.

In poesia l’animale è il simbolo dell’Ispirazione, basta ricordare Pegaso, il cavallo alato dei miti dell’Antica Grecia. Nella vita di Boccioni esso è invece il simbolo del Fato. La sua rappresentazione è per l’autore quasi un’idea fissa. Egli dipinge costantemente una moltitudine di cavalli, suggerendo così il concetto di “pluralità”: multicolore, poliedrico, multiforme, numeroso, prolisso, molto complesso e così via.

E’ solo impossibile scrivere la parola “pluriennale” perché la vita dell’artista è stata stroncata a 34 anni. Per volere della sorte, morì tragicamente cadendo rovinosamente proprio da un cavallo durante il periodo della Prima Guerra mondiale. In Italia la stampa mise in risalto il fatto che, con la morte di Boccioni, si spegneva il movimento futurista in pittura.

Si spegneva? …Nei suoi quadri vive e rivive continuamente la gloria dell’artista!

                                                                                                                Dott.ssa Silvia Bellocchio



[1] In italiano nel testo [n.d.tr.]

[2] L’espressione di Marinetti riportata in nota dall’autrice del saggio è “immaginazione senza fili”.

[3] In italiano nel testo. [n.d.tr.]

[4] L’espressione italiana riportata in nota dall’autrice del saggio è “complementarismo”

[5] L’espressione italiana riportata in nota dall’autrice del saggio è “il trascendentalismo fisico”.

[6] In italiano nel testo [n.d.tr.]

[7] Il passo italiano riportato in nota dall’autrice è “Talvolta sulla guancia della persona con cui parliamo nella via noi vediamo il cavallo che passa lontano. I nostri corpi entrano nei divani su cui sediamo e i divani entrano in noi…”



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